Dopo la multa dell'Antitrust, che ha deciso una sanzione di oltre un milione di euro alle società riconducibili all’imprenditrice digitale e di 420mila euro all'azienda veronese per pratica commerciale scorretta, l’associazione annuncia che presenterà un esposto per il “possibile reato di truffa aggravata” e avvierà "un’azione legale contro la Balocco e Chiara Ferragni, chiedendo ai due soggetti di rimborsare il costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all'iniziativa di solidarietà"
Continuano le polemiche dopo la maximulta a Chiara Ferragni per il pandoro Balocco griffato. Dopo la multa dell'Antitrust, che ha deciso una sanzione di oltre un milione di euro alle società riconducibili all’imprenditrice digitale e di 420mila euro all'azienda veronese per pratica commerciale scorretta, il Codacons annuncia che presenterà un esposto per il “possibile reato di truffa aggravata” e avvierà "un’azione legale contro la Balocco e Chiara Ferragni, chiedendo ai due soggetti di rimborsare il costo del pandoro a tutti i consumatori che hanno aderito all'iniziativa di solidarietà".
L’esposto del Codacons
Il Codacons, quindi, dopo la multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta sul pandoro di beneficenza Balocco, ha annunciato per lunedì la “presentazione di un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust”. Chiara Ferragni, ha aggiunto l’associazione, potrebbe essere chiamata “a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’”. Consumatori che, sottolinea Codacons, “in presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, possono avvalersi dell’associazione dei consumatori (inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it ) per intentare causa all’influencer”.
Le motivazioni
A motivare l’azione legale, ha spiegato il Codacons, “è il gravissimo contenuto del provvedimento dell’Autorità per la concorrenza che ha portato alla sanzione milionaria per Ferragni”. Nel testo della decisione dell’Autorità appaiono alcuni passaggi chiave, come quello dove si spiega che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro [...] In tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del ‘Pandoro PinkChristmas’ vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’ e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della signora Chiara Ferragni”.
La questione economica
“C’è poi la mail interna di un dipendente Balocco – prosegue il Codacons – dove si afferma ‘Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”’. Ancora, dice il Codacons, “c’è la questione economica del rincaro del prezzo del pandoro ‘griffato Ferragni’ a danno dei consumatori, con la confezione che passa da 3,68 euro a 9,37 euro, differenza che, ‘non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione’, scrive l’Antitrust”. “Riteniamo gravissimo – aggiunge il Codacons – sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private. Una campagna, quella di Balocco e Ferragni, che potrebbe aver ingannato la buona fede dei consumatori, modificando le loro scelte economiche e portandoli a spendere soldi nell’errata convinzione che il ricavato delle vendite sarebbe andato a una struttura sanitaria”.
Codacons: incrementare i controlli
Il Codacons, inoltre, ha annunciato un’istanza “a Instagram e all'Autorità per le comunicazioni affinché, alla luce della decisione dell'Antitrust, incrementino i controlli sui messaggi pubblicitari legati a iniziative di solidarietà lanciate sul social dai Ferragnez, ad esclusivo interesse degli utenti che hanno diritto alla totale trasparenza”.
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